Sono un miscuglio di incoerenza e confusione,gioia e tristezza,di paura e di coraggio,e ho tanta angoscia in me…La vita fila come al solito e poi,ad un certo punto, ti accorgi che stai correndo,correndo senza fermarti.Perchè fermarsi vorrebbe dire pensare e capire……che stai sbagliando tutto.In attesa del treno che non passa. Che non passa mai.”E’ questo continuo cambiare, modificare, apparire, scomparire, correre e fermarsi.
E’ questa fame di cose nuove, questa attesa invincibile, questa paura devastatrice.
E’ la voglia di avere e il desiderio di lasciarsi sfuggire.
Occasioni. Treni. Persone. E dire qui e adesso.
Domani o mai più.
Temere un abbraccio, anelare un ritorno, rimediare a un errore.
Ciò che si perde, ciò che si ottiene (…).
Sono un miscuglio di incoerenza e confusione,gioia e tristezza,di paura e di coraggio,e ho tanta angoscia in me…La vita fila come al solito e poi,ad un certo punto, ti accorgi che stai correndo,correndo senza fermarti. Perchè fermarsi vorrebbe dire pensare e capire…In attesa del treno che non passa. Che non passa mai.”E’ questo continuo cambiare, modificare, apparire, scomparire, correre e fermarsi.
E’ questa fame di cose nuove, questa attesa invincibile, questa paura devastatrice.
E’ la voglia di avere e il desiderio di lasciarsi sfuggire.
Occasioni. Treni. Persone. E dire qui e adesso.
Domani o mai più.
Temere un abbraccio, anelare un ritorno, rimediare a un errore.
Ciò che si perde, ciò che si ottiene (…).
Potessi farlo prenderei il primo treno che passa da questa città e ci salirei sopra, per poi scendere e prenderne un altro e un altro ancora.
Incrociare la vita con l’insonne popolo dei pendolari per condividere un breve tratto di strada e poi lasciarmeli alle spalle, loro, gli orari fissi, i cartellini timbrati, gli intervali per il caffè e per il pranzo (…).
Attraversare la strada e proseguire.
Senza voltarsi, che a contare non è ciò che ci lasciamo alle spalle.”
(L’una dell’altra – B.Garlaschelli – pg. 106/107