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13 novembre 2010

Un pezzo di pane di Ignazio Silone

Ieri sera leggevo questo testo in tedesco Ein Stück Brot..prima di addormentarmi…ho trovato questo piccolo testo in italiano e la spiegazione del racconto…leggetelo attentamente a me ha fatto molto riflettere.Mi ha fatto pensare il carabinierea certe teste di rapa.

Caterina non era affatto una contadina selvatica, né stupida, né grossolana,anche se di difficile comunicativa. Ma le pene che si erano accumulate per anni e anni nella sua anima, avevano finito con l’acquistare la solidità la cupezza il peso d’un macigno. Nessuno avrebbe potuto rimuoverlo. Legata alla catena della quotidiana ricerca di alimenti per sé e i suoi, la donna era arrivata alle soglie della vecchiaia ignorando le complicazioni più comuni di altre esistenze. Era rimasta semplice scontrosa sottomessa come una povera ragazza. Nell’ultimo terremoto Caterina aveva perduto il marito la casa e tre figli (oltre all’asino). Era rimasta con un figlio e un fratello vedovo. Non era la prima scossa che sconvolgesse la valle…Quando ciò capita, siccome nessuno è senza peccato, nessuno osa stupirsi, protestare. E siccome non è la prima volta che succede, ognuno sa quello che c’è da fare. Si sgombrano le macerie, si seppelliscono i morti, si ricomincia da capo. Un giorno, mentre la contadina e il fratello stavano mangiando seduti sulla porta di casa, arriva un carabiniere.  C ‘è contro di te una denunzia abbastanza grave – disse il carabiniere alla donna senza tante cerimonie. Caterina alzò gli occhi dal piatto, guardò il carabiniere e poi il fratello. – M’avrà confuso con Caterina la fornara – gli disse sottovoce. Dovresti indicargli la casa della fornara. Non fargli perdere tempo. …- Parlo invece con te – disse il carabiniere, alzando la voce. – Non può esserci sbaglio. Questo pomeriggio, tornando giù dalla cava con l’asino carico di  breccia, non sei stata avvicinata da un forestiero?  ..- Non gli hai dato un pezzo di pane ? – insisté il carabiniere. – Non gli hai indicato la strada ? Nel tuo interesse ti prego di rispondere la verità. Caterina posò la scodella vuota accanto a sè sulla panca e poi domandò al fratello:- E’ un peccato quello di cui mi accusa? Fare la carità adesso è un peccato?Non sapevo che fosse un peccato. -… – Non ti sei accorta – riprese il carabiniere rivolto a Caterina – che quell’uomo era un soldato nemico? Un prigioniero nemico? -..Cosimo le fece cenno di non aver paura.- Scusa – egli domandò al carabiniere – nemico di chi ? -Nemico nostro – spiegò il carabiniere adirandosi – Nemico anche vostro. -Cosimo … le domandò: – Caterina, dimmi la verità senza aver paura. – Non lo avevo mai visto prima d’oggi – gli confessò Caterina- Era un nemico ? – Cosa vuol dire ? – Che aspetto aveva ? –

– Un aspetto d’uomo -…- Perché l’ hai fatto ? – disse rivolto alla sorella – non potevi riflettere prima di farlo ? non ha riflettuto. – egli disse al carabiniere. Avrei dovuto riflettere ? – ella domandò al fratello sottovoce. – Cosa c’era da riflettere? Anche quello è un figlio di madre. Aveva fame. Cosa c’era da riflettere ? …..Era un nemico ? – Cosa vuol dire ? – Che aspetto aveva ? – Un aspetto d’uomo -E’ un peccato quello di cui mi accusa? Fare la carità adesso è un peccato? Nonsapevo che fosse un peccato. Il carabiniere alla fine del dialogo precedente, se ne va minacciando un rapporto sul fatto, che poi non farà. Passa qualche tempo, e muta evidentemente in modo radicale la situazione politica. Il carabiniere infatti torna, e trova i due contadini nuovamente intenti alla cena sulla porta di casa.  Sai – egli disse sorridendo a Caterina – nel frattempo sono mutate varie cosette. Quel fatto di cui ti si incolpava, adesso non è più una colpa, anzi.   Niente di quello che mi riguarda è cambiato – disse Cosimo – le pietre sono rimaste dure. La pioggia è sempre umida. -…- Le cose sono cambiate – insisté a spiegare il carabiniere – Ve lo assicuro sul mio onore. Quelli che erano i nostri nemici, adesso sono i nostri alleati; e i nostri alleati sono invece i nostri nemici. Perciò quello che alcuni mesi fa sembrava un vostro delitto…Ancora? – disse Caterina tutta intimorita – Ancora? Da capo con quel povero pezzo di pane? Era un pezzo di pane scuro, comeDoveva morire di fame? – usiamo noi contadini. Un pezzo di pane qualsiasi. L’uomo aveva fame. Anche lui era un figlio di madre.- Dunque siamo da capo? – disse Cosimo al carabiniere – non finirà più questa storia? Non avete proprio da pensare ad altro? -Al contrario – cercò di chiarire il carabiniere – Caterina è ora una benemerita. Essa aiutò un nemico che adesso è però un alleato. Per il suo atto di coraggio adesso merita un onore…- Non fu un atto di coraggio – disse Cosimo al carabiniere – Né di paura. Fu un semplice pezzo di pane. L’uomo aveva fame . Parlate così perchè siete ignoranti – rispose il carabiniere ridendo. – Ma per le autorità di oggi quello fu un atto di eroismo. Vi ripeto, le cose nel frattempo sono cambiate. Anche il modo di decidere se un fatto è bene o è male .- Cos’è cambiato? – domandò Caterina al fratello – Il bene e il male ? -Il carabiniere desiste da ogni spiegazione ulteriore sui mutamenti politici avvenuti da poco ed annuncia che Caterina sarà proposta per una medaglia.Caterina si mise a riflettere, ma poi fece di no con la testa.- Gli devi spiegare che una medaglia l’ho già. – Ella disse al fratello.- La medaglia dell’anno santo 1900, che ricevetti a Roma come pellegrina, da ragazza.Una medaglia non basta? Gliela mostrerei, ma adesso,gli devi dire, la tiene adosso Bonifazio, per la sua protezione. Ad ogni modo, una medaglia in famiglia l’abbiamo già.-Il carabiniere si allontanò scoraggiato. Il racconto di quel suo incontro fece ridere parecchio gli impiegati del municipio.

 

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